Hai recentemente scoperto di soffrire di intolleranza al lattosio e non hai idea da dove iniziare vero? Non temere, questo sito è stato creato per aiutare tutti noi intolleranti al lattosio. In queste pagine potrai trovare articoli che illustrano meglio cosa sia esattamente l’intolleranza al lattosio e la lista degli alimenti senza lattosio. Potrai approfondire la differenza tra intolleranza al lattosio e allergia alle proteine del latte e ricevere risposta alle domande sull’intolleranza al lattosio che sicuramente ti stai ponendo.
Contenuti
Informazioni di carattere generale sull’intolleranza al lattosio
Cosa è l’Intolleranza al Lattosio?
Si definisce “intolleranza al lattosio” l’insieme dei sintomi che possono presentarsi per la incapacità di digerire il lattosio, il principale zucchero contenuto nel latte. Il lattosio è uno zucchero disaccaride, e i disaccaridi sono zuccheri complessi poiché sono formati da due molecole, e il nostro organismo NON PUO’ digerirli così come sono, pertanto necessita di uno specifico enzima, per ogni disaccaride, che sia in grado di scindere questi zuccheri in molecole semplici (monosaccaridi).
Cosa è la lattasi?
L’enzima necessario a digerire il lattosio si chiama lattasi, e se la lattasi prodotta non è sufficiente, il lattosio passa nell’intestino crasso senza essere modificato e comincia a fermentare, producendo acidi e gas.
Nella tabella seguente, vediamo quali sono i disaccaridi, da quali molecole di monosaccaridi sono composte e quali siano gli enzimi del corpo umano che servono per la loro scissione:
Attenzione! L’intolleranza al lattosio è ben differente dall’intolleranza alle proteine del latte”
In quali alimenti trovo il lattosio?
Il lattosio è ovviamente contenuto naturalmente nei latticini, il saccarosio è lo zucchero di canna e il maltosio si trova nella birra, nel lievito e in molti cereali (lo si ottiene anche durante la digestione degli amidi). I rispettivi enzimi che servono alla scissione, sono presenti nelle pareti del duodeno e quindi è proprio nel duodeno che avviene la maggior parte delle scissioni di questi zuccheri.
Diffusione dell’intolleranza al lattosio
L’intolleranza al lattosio nell’adulto è molto comune: negli Stati Uniti, fino al 22% degli adulti è affetto da carenza di lattasi mentre i Nord-Europei hanno la prevalenza più bassa (circa il 5%). Nell’ Europa centrale la prevalenza è circa il 30% e nell’Europa del sud sfiora il 70%, come negli Ispanici e negli Ebrei. Non vi sono invece differenze significative di incidenza fra i due sessi.
Il deficit di lattasi può essere primario (si nasce senza che l’enzima sia prodotto nel pancreas) -evento rarissimo- , oppure secondario –evento molto frequente- cioè può dipendere da problemi al duodeno o persino da una diminuzione della produzione dell’enzima.
L’ espressione e l’attività della lattasi iniziano a diminuire nella maggior parte delle persone intorno ai 2 anni di vita con una riduzione progressiva geneticamente programmata, ma i sintomi di intolleranza al lattosio raramente si sviluppano prima dei 6 anni.
L’intolleranza può insorgere anche in soggetti affetti da altre malattie croniche dell’intestino (Chron, colite ulcerosa, duodenite, celiachia), ma persino in soggetti non affetti da alcuna patologia, che per qualche motivo (diete errate, abuso di superalcolici, infezioni intestinali da virus, errate o eccessive terapie con antibiotici) hanno alterato l’equilibrio della loro flora batterica. E’ chiaro che in quest’ultimo caso l’intolleranza potrà avere carattere transitorio e si tornerà a digerire il lattosio una volta eliminata la causa scatenante.
Attenzione! L’intolleranza al lattosio è ben differente dall’intolleranza alle proteine del latte
Quali sono le forme di intolleranza al lattosio?
Ad oggi conosciamo tre forme di intolleranza al lattosio:
La forma genetica
Detta anche forma primaria, si può manifestare nei bambini con lo svezzamento (a circa 2 anni di età) oppure negli adulti. E’ generata dal deficit di produzione della lattasi e, in caso di manifestazione in età adulta è dovuta alla riduzione progressiva della produzione della lattasi nel corso del tempo.
La forma acquisita
Detta anche forma secondaria, è secondaria ad altre patologie, acute (infiammazioni e infezioni dell’intestino come salmonellosi, colera, enteriti acute) o croniche intestinali (celiachia, morbo di Crohn, linfomi, enteriti attiniche, sindrome dell’intestino irritabile). Si tratta di una forma transitoria che si risolve nel momento in cui si ha la guarigione della malattia responsabile. Attenzione: anche trattamenti antibiotici, chemioterapici o con radiazioni ionizzanti possono determinare ipolattasia, come conseguenza della loro tossicità sulla mucosa intestinale o di un’azione di inibizione diretta dell’attività lattasica. Questo significa che in questi casi ci saranno esattamente gli stessi sintomi dell’intolleranza al lattosio
La forma congenita
E’ una forma molto rara, di origine genetica a insorgenza precoce in quanto si manifesta sin dalla nascita con un’incapacità permanente di produrre la lattasi funzionale. Questa forma primaria congenita è facilmente verificabile in quanto il neonato sviluppa diarrea non appena nutrito con latte materno o formulato e persiste per tutta la vita.
Come si diagnostica l’intolleranza al lattosio?
Fare la diagnosi è importante per escludere dalla dieta in modo totale o parziale, a seconda della gravità, gli alimenti che contengono lattosio, ma addirittura anche alcuni farmaci in cui il lattosio è presente come eccipiente. Si basa su due principali metodiche: H2-Breath Test e Test genetico.
Il breath test
Il test più diffuso è il Breath Test, il quale è un test molto ma molto semplice e non invasivo che valuta la presenza di idrogeno nel respiro prima e dopo la somministrazione di 20-50g di lattosio. Il test viene condotto prelevando almeno 6 campioni di aria ottenuti facendo soffiare il paziente in una sacca a intervalli regolari (ogni 30 minuti), per un tempo minimo di 3 ore.
In caso di malassorbimento di lattosio, dopo l’assunzione di quest’ultimo, in assenza della lattasi, nell’intestino si verificano processi di fermentazione con relativo aumento di produzione di idrogeno (H2), che viene assorbito in circolo ed eliminato attraverso i polmoni con il respiro.
L’assunto teorico alla base del teste è che nell’intestino, in condizioni di normalità, viene prodotto un quantitativo di H2 irrisorio. La presenza massiccia nel respiro, dopo l’assunzione di lattosio, dimostra un malassorbimento.
Nella diagnosi differenziale bisogna tenere presente le allergie alle proteine del cibo ed in particolare a quelle del latte e del grano, che possono mimare in parte l’intolleranza al lattosio, risultando così in falsi positivi. Quindi c’è un processo di preparazione al Breath Test che prevede un digiuno di almeno 12 ore un’alimentazione controllata e, nel mese precedente l’esame, si deve sospendere l’assunzione di antibiotici e 15 giorni prima dell’esame non si devono assumere fermenti lattici e lassativi.
La dieta della sera precedente l’esame prevede riso bollito non condito e carne o pesce ai ferri con condimento a base di olio, acqua non gassata e niente pane. La durata media del test è minimo di circa 3 ore; in questo lasso di tempo è possibile bere acqua, ma non è permesso né mangiare né fumare.
Un test positivo accerta la presenza di malassorbimento del lattosio, ma non discrimina se si tratti di una forma primaria dovuta a un deficit genetico di lattasi, o secondaria dovuta ad un’alterazione dell’integrità della parete intestinale conseguente a stati patologici.
Vuoi imparare a leggere il Breath Test? Vai alla nostra pagina dedicata
Il test genetico
Il Test Genetico è un test semplice e non invasivo che permette di diagnosticare la predisposizione della persona all’intolleranza al lattosio studiando la composizione genetica. Il test genetico analizza il polimorfismo C/T-13910 individuando quindi i soggetti che potrebbero manifestare un deficit enzimatico. Grazie a questi dati è possibile definire un comportamento alimentare, uno stile di vita adeguato.
Il test genetico prevede l’impiego di un tampone buccale per il prelievo della mucosa orale.
Un tampone buccale assomiglia ad un lungo cotton-fioc. La testa del tampone è più solida rispetto alla testa del classico cotton-fioc; questo permette di esfoliare con facilità le cellule superficiali della guancia. Il tampone, si trova all’interno del kit di raccolta.
Il test permette di discriminare chi ha entrambe le copie sane del gene (T/T), chi ne ha solo una sana (T/C) e chi le ha entrambe mutate (C/C).
Essendo un test semplice e non invasivo, è di facile esecuzione anche nel bambino, in cui il Breath test è difficile effettuarlo.
Un test positivo permette di discriminare se si tratta di una forma primaria o secondaria di intolleranza al lattosio. E’ statoscientificamente dimostrato che in età adulta l’esito del Breath test e del test genetico coincide, quindi si può considerare il test genetico diagnostico quando effettuato in persone con sintomi riconducibili a intolleranza al lattosio.
Terapia per intolleranti al lattosio
E’ bene sapere che in caso di intolleranza al lattosio congenita o genetica, non è possibile guarire dall’intolleranza al lattosio, tuttavia è possibile approcciarsi al problema escludendo dalla dieta tutti gli alimenti contenenti lattosio per un periodo di almeno 6 mesi e poi reintrodurre gradatamente qualche alimento (io ad esempio ho fatto una dieta ferrea di oltre 2 anni prima di potermi permettere di guardare alimenti che vagamente contenessero lattosio).
In questo modo potrebbe essere possibile, specie in caso di intolleranza al lattosio acquisita, avere una remissione completa di tutti i sintomi e la ripresa della normale funzionalità intestinale.
ATTENZIONE: il lattosio viene spesso utilizzato dall’industria alimentare come conservante e addensante, quindi il consiglio principe che possiamo darti è quello di leggere attentamente sempre la composizione degli alimenti sopratutto se in scatola e surgelati, per evitare l’introduzione accidentale di quote di lattosio.
Anche molti farmaci (il lattosio è utilizzato in più del 20% dei farmaci che richiedono ricetta medica e in circa il 6% dei farmaci da banco) ed integratori alimentari contengono lattosio come eccipiente, compresi i granuli omeopatici.
Esistono in commercio diversi integratori di lattasi, che non sono curativi ma vanno solamente assunti poco prima dei pasti in cui si sospetta possa essere presente lattosio, introducendo così l’enzima mancante per neutralizzare o ridurre i sintomi (proporzionalmente ai quantitativi presunti).
Oggi esistono in commercio molte tipologie di Latte privi di lattosio (delattosati), perché trattati dall’industria alimentare o perché arricchiti di Lactobacillus acidophilus, un batterio che digerisce il lattosio.
Esiste un lungo elenco di Formaggi, per lo più stagionati, dove la presenza del lattosio in se e per sé e quasi del tutto se non addirittura completamente assente, come pecorino, parmigiano, provolone, grana e altri formaggi stagionati. Durante la stagionatura il lattosio viene fermentato dai batteri lattici utilizzati per la preparazione del formaggio e trasformato in acido lattico.
Non sono invece permessi formaggi freschi quali mozzarella, certosa, generalmente i formaggi molli dove il contenuto in lattosio è notevole.
Rinunciare indiscriminatamente a tutti i formaggi è sbagliato, potrebbe portare ad un carenza di calcio nella dieta, con i rischi la cui insufficiente quantità nel sangue comporta.
Alimenti da evitare in caso di intolleranza al lattosio
Latte di pecora, capra, asina, bufala, vaccino
Formaggi freschi
Burro
Besciamella e altre salse fatte con panna o latte e derivati
Pane al latte, grissini, crackers, fette biscottate con latte e/o derivati
Piatti di carne con aggiunta di panna o latte e derivati
Insaccati
Purea di patate
Biscotti con latte o burro, e derivati
Cioccolato al latte o parzialmente fondente
Creme di pasticceria
Torte o dolci in genere
Gelati
Alimenti a cui fare attenzione in caso di intolleranza al lattosio
Hamburger, polpette
Salumi
Cereali per la colazione
Caramelle
Margarine
Ragù in scatola
Polenta
Ripieni di alimenti surgelati
Pasta ripiena
Gnocchi di patate
Salse in scatola
Dado da brodo
Frutta in scatola o surgelata
Cioccolato in polvere o solubile
Liquori dolci
Caffè solubile
Caffè al ginseng
Fonti:
http://puntodivistaceliaco.blogspot.com/2008/08/intolleranza-al-lattosio-e-celiachia.html
http://www.torrinomedica.it/studio/IntolleranzaLattosio.asp
http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/intolleranza-lattosio.html
http://www.smartbank.it/wp-content/uploads/SchedaIntLattosio.pdf
http://www.associazioneaili.it/
Marton A1, Xue X, Szilagyi A. Meta-analysis: the diagnostic accuracy of lactose breath hydrogen or lactose tolerance tests for predicting the North European lactase polymorphism C/T-13910. Aliment Pharmacol Ther. 2012;35(4):429-40.