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Intolleranza alimentare: che cosa significa?
“Le intolleranze alimentari si presentano nel momento in cui il corpo non è in grado di digerire alcuni elementi e non interessa il sistema immunitario; si possono definire reazioni avverse al cibo e solitamente è possibile assumere un quantitativo ridotto di alimenti che causano questa problematica in quanto non determinano sintomi rilevanti. (fonte: Shopfarma24).
L’intolleranza e i suoi sintomi possono essere associati ad alcuni fattori, quali le lesioni causate all’apparato gastro enterico da disturbi di assorbimento intestinale, la mancanza di elementi nutritivi come i minerali e le vitamine, l’azione di conservanti e coloranti, i quali sono considerati agenti stressanti.
I sintomi si possono presentare in tempi e modi diversi che variano in base al soggetto: possono essere frequenti o manifestarsi qualche ora o qualche giorno dopo aver introdotto l’alimento. I disturbi possono essere di carattere dermatologico, gastrointestinale, neurologico, respiratorio e sistemico.
La differenza tra intolleranza alimentare e allergia
L’intolleranza alimentare si distingue dalla cosiddetta allergia in quanto quest’ultima si riferisce al sistema immunitario ed è caratterizzata da reazioni eccessive di anticorpi specifici nei confronti di sostanze innocue, che possono essere attaccate dalle difese immunitarie poiché rappresentano una minaccia. L’organismo si difende da questi attacchi e risponde attraverso la produzione di anticorpi, i quali determinano una reazione che rilascia un mediatore dell’infiammazione detto istamina in grado di provocare la reazione allergica.
Gli aspetti principali che caratterizzano l’intolleranza al lattosio
Una tra le intolleranze maggiormente diffuse è l’intolleranza al lattosio, la quale può essere definita anche maldigestione di lattosio; rappresenta una condizione caratterizzata da disturbi gastrointestinali che compaiono in seguito all’introduzione di alimenti contenenti lattosio. Questo zucchero si trova nel latte, nel caso di intolleranza non viene assorbito ed è collegato alla non produzione dell’enzima lattasi svolta dalle cellule intestinali del duodeno.
L’enzima si occupa della scissione del lattosio in glucosio e in galattosio e fa in modo che il nostro corpo riesca a digerirlo. I principali disturbi che si possono presentare cambiano in base alla persona, agli alimenti che vengono introdotti e si manifestano con modalità differenti a seconda della carenza di produzione dell’enzima lattasi.
Come risolvere il problema dell’intolleranza e in che cosa consiste la dieta di eliminazione
Il lattosio si trova in alimenti come il latte e i suoi derivati; per poter risolvere il problema dell’intolleranza si consiglia di seguire uno “svezzamento”, il quale prevede l’eliminazione di latticini che causano il problema per un periodo di circa due mesi. Si dovrebbero utilizzare fermenti lattici, cioè elementi probiotici, e frutto-oligosaccaridi, cioè fibre prebiotiche, per procedere successivamente con il re-inserimento dei latticini.
Nei casi di intolleranza al lattosio, si suggerisce di introdurre all’interno del proprio regime alimentare prodotti quali latte di riso, di soia e di mandorle che sostituiscono il latte vaccino; vengono utilizzati anche il tofu, un formaggio di soia, gli yogurt e i budini che contengono come ingrediente principale la soia. Questi prodotti si possono trovare ed acquistare in negozi specializzati e nelle parafarmacie online come ShopFarma24 o tante altre. Per quanto riguarda il calcio, un minerale presente nel latte in quantità elevate, si può introdurre attraverso cibi come le verdure a foglia verde scuro, i semi di sesamo e la soia.
La dieta di eliminazione corrisponde ad una procedura che viene attuata per riconoscere una intolleranza alimentare; consiste in una dieta restrittiva che prevede l’esclusione di alimenti che potrebbero provocare una eventuale intolleranza. La durata di questo percorso equivale ad un periodo che va dalle due alle otto settimane; quando i disturbi sono controllati, si procede con la reintroduzione delle categorie di cibi che erano state escluse. Un alimento viene definito responsabile dell’intolleranza nel caso in cui i sintomi si manifestino nuovamente; mentre se non si presenta alcun disturbo, si comincia a introdurre la categoria successiva. E’ una procedura specifica, che deve essere seguita e controllata da un medico; permette di individuare gli alimenti che causano l’intolleranza alimentare e di definire successivamente la dieta da seguire.