Nutrigenomagenealogia autore Dr. Antonio G. Traverso (ND), Ipolattasia

Ipolattasia (II Parte)

La maggior parte dei soggetti ipolattasici tollera quantità minime  5-10 g di lattosio (100 – 200 ml di latte, 0 – 20 g se da yogurt, nel bambino corrispondono a 0,5 g /Kg )

Nei bambini intolleranti al lattosio, 12 g /die di lattosio pari a 200 ml di latte (possono causare dolori addominali) GREMSCE DA 2003.

In età adulta, aumenta la prevalenza di malassorbimento al lattosio, ma si riducono i sintomi. DI STEFANO 2001.

Se la quantità di lattosio è assunto “poco e spesso” nei bambini intolleranti la flora intestinale si adatta al carico con riduzione dei sintomi . HIAMES 1980

L’allergia al latte non è da confondersi con l’intolleranza, questa è dovuta alla reazione avversa che ha il sistema immunitario nei confronti delle proteine del latte.

Nella popolazione mondiale abbiamo un quadro d’intolleranza molto diverso.

I Tedeschi hanno per esempio un deficit di lattasi pari al 1% nel nord della Francia il deficit arriva al 50% mentre al sud della Francia del 44% i Vietnamiti hanno un deficit pari al 100%.

Le  persone con carnagione bianca  hanno un deficit del 22% mentre, le persone con carnagione nera, hanno un deficit pari al 65%

Il contenuto di lattosio varia anche dalla fonte di approvvigionamento del latte.

Nel latte materno abbiamo un contenuto di lattosio del 7.0  g/100ml, nel latte di asina 6.2,

nel latte di mucca 4.6, pecora e capra 4.4, nella renna 2.4, nel leone marino 0.0

(Fonte :INTOLLERANZE ALIMENTARI Dr.ssa  B. Santini)

Il lattosio lo troviamo naturalmente anche in altri alimenti quali :  funghi g 0.33/100 g broccoli 0.21 g, uova 0.11g, cipolle dolci crude 0.02, pere 0.01.

Non troviamo lattosio nei formaggi fermentati quali Parmigiano Reggiano, grana Padano,

fontina, pecorino, gorgonzola, taleggio, in tracce nel mascherone, scamorza, brie.

( Fonte :  USDA National Nutrient Database for Standard Reference, Release 19 – 2008)

Il processo di fermentazione ha utilizzato tutto lo zucchero.

La biotecnologia delle fermentazioni, grazie alla trasformazione del latte in yogurt e formaggi, ha creato delle linee genetiche tolleranti al latte.

I caucasici hanno attuato la mutazione genetica  l’assunzione di yogurt e kefir.

Il lattosio lo troviamo aggiunto in numerosissimi alimenti dal prosciutto cotto, ai wurstel, salumi, dolci, bibite ecc.

A complicare sempre di più la ricerca del contenuto di lattosio nei cibi dobbiamo aggiungere l’estrosità dei cuochi e degli allevatori.

I cuochi, ad esempio, per ridurre il sale del merluzzo secco ( baccalà)  dopo averlo lasciato a bagno nell’acqua, lo lasciano nel latte per un intera notte.

Voglio segnalare, a proposito degli allevatori, che sono in commercio delle uova di tipo “livornese”. (blog.paperogiallo.net)

Nell’impasto del mangime  viene aggiunto il latte di capra.

Questa fantasia, oltre ad essere contro natura perché non ho mai visto una gallina succhiare il latte da un seno, può provocare nell’intollerante gravi problemi ed anche nella gallina  perché non ha un apparato digerente preparato ad assumere il latte.

L’uovo pertanto, oltre ad essere una fonte di nichel, diventa anche una fonte maggiore di lattosio quindi se una persona è allergica al nichel e al lattosio deve evitare questo alimento e gli alimenti fatti con questo tipo di uova.

Leggere le etichette per vedere se c’è un contenuto di lattosio a questo punto diventa inutile se la composizione chimica dell’alimento non rispecchia più le tabelle dell’analisi nutrizionale.

Il mio parere è che se i cuochi o allevatori, vogliono creare nuovi alimenti,devono fare le analisi chimiche dell’alimento e dichiarare il contenuto di alimenti estranei aggiunti per tutelare la salute delle persone allergiche e intolleranti.

Abstract : Nutrigenomagenealogia  autore Dr. Antonio G. Traverso (ND)

Il 1 giugno   Calcio e osteoporosi

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Autore: Antonio Graziano Traverso

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